sabato 28 novembre 2020

Molino Rachello, un bell'esempio nel mondo molitorio

 


 


 

L’anno scorso, di questi tempi, i “canadesi” – invitati dall’Associazione Meridionale Cerealisti – si sono presentati ad Altamura (BA) la capitale del “granaio d’Italia” (con la Sicilia) per un’azione diretta di “pubbliche relazioni” e promuovere così il grano che più di altri vanta  gran qualità… Nell’occasione è uscita la news (che news non è,  perché cosa nota agli addetti ai lavori) che il grano a Manitoba, sia fatto maturare col “doping” (leggi glifosato) comunque al di sotto dei limiti di sicurezza fissati dall’Unione Europea, limiti che (insinuazione?) la UE, ha elevato proprio per consentire a detto grano di essere importato e commercializzato anche in Europa… C’è da considerare il momento di pesante crisi in cui versa il settore del grano duro specie nel Mezzogiorno d’Italia: da 2 anni il prezzo al quintale è di 4-5 euro sotto il costo di produzione, che in quelle zone si attesta intorno ai 22-23 euro circa al quintale - secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori) il prezzo ultimamente si è tenuto stabile sui 27-28 euro al quintale… Ciò vuol dire che un agricoltore (se ha terreno di proprietà) vende il proprio raccolto a 1.050 euro all’ettaro, avendo avuto costi per 850 euro (…).   Speculazione al ribasso che potrebbe addirittura crescere quando le importazioni, che si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta, influenzano i prezzi di un mercato non sempre “trasparente”… anche per il grano bulgaro che arriva via mare a Bari (migliaia di tonnellate!) “triangolato” da navi battenti bandiera di Singapore o della Turchia, grano, questo, che con il prezzo e la qualità di quello canadese, proprio non ha niente a che spartire! 
In questo “variegato” contesto, non per fortuna, ma per professionalità e competenze, brilla un nome che è sinonimo di ottima reputazione: Molino Rachello!
Parliamo dell’apice della piramide del grano tenero, con una produzione di oltre 2000 quintali di macinato al giorno ottenuti dalla migliore selezione dei grani e con le più innovative tecnologie di lavorazione e rigorosi controlli qualitativi, che danno vita a farine genuine, sicure e dalle elevate qualità nutrizionali, farine fornite a centinaia di panifici artigianali, pizzerie e industrie alimentari. Questa la cronistoria: gli albori risalgono all’ormai lontano 1855 comprovati da una copia dell'“istromento” - l'atto notarile della compravendita di un terreno - che segna l'avvio dell’attività di Molino Rachello. Un'antica storia di mugnai che, in realtà, ha avuto origine molto anni prima.  Andrea Rachello - 90 anni oggi - rappresenta la quarta generazione, lui affitta un Molino a Cendon di Silea, nella provincia di Treviso e l’anno dopo, i figli, Carlo e Giovanni, decidono di acquistarlo. Dopo 50 anni di attività molitoria, nasce la “Ditta F.lli Rachello s.n.c. di Andrea e Giuseppe Rachello” e l’attività si trasferisce a Musestre di Roncade nel cuore del Parco Naturale del Fiume Sile. Nel 1992 il Molino F.lli Rachello s.a.s. ottiene la certificazione di qualità ISO 9001 (secondo molino del Nord-Est ad ottenerla) e quella per la macinazione di cereali Biologici; alla produzione convenzionale si aggiunge anche la farina biologica (oggi una delle linee fiore all’occhiello dell’azienda). Nel 2006 la capacità produttiva arriva a oltre 2.000 quintali di grano tenero macinato al giorno, con un’altissima qualità di servizio e di prodotto fornita a centinaia di panifici artigianali e di industrie alimentari. Nel 2011 l’installazione di un impianto fotovoltaico da 160Kw/h, permette di ridurre le emissioni di Co2 e nel 2015, il progetto “Oasi Rachello” di filiera tracciata 100% italiana è formalizzato ufficialmente tramite un disciplinare, che dichiara anche la visione aziendale di sostenibilità a 360°, sia dal punto di vista ambientale che socio-economica. Nel 2016 ulteriore ampliamento dell’impianto fotovoltaico a 210Kw/h e nel 2018 l’implementazione di un Progetto Sostenibilità in collaborazione con Assindustria Venetocentro di Treviso, per limitare ancor di più l’impatto ambientale e rendere gli interi processi aziendali sempre più ecosostenibili. Oggi, presso il Molino, la nuova generazione di Rachello, con la passione e l’attenzione per la qualità intatte, tutto è sempre al 100% italiano e  al 100% tracciabile.  I numeri: 3 regioni, 30 aziende agricole, 1 team di agronomi dedicato, 1 progetto di agricoltura sostenibile con disciplinare, certificazione ISO 22005, 10 farine 100% italiane.  Il Molino garantisce una filiera con materia prima di eccellenza grazie al grande rispetto nei confronti del territorio e dell’ambiente, poiché solo da terre, acque ed aria non inquinate possono nascere cereali sani, in grado di dare vita a farine genuine e naturali, rese così adatte alle diverse destinazioni d’uso.  Per questo da sempre il Molino predilige progetti ecosostenibili, selezionando zone agricole in aree naturali o protette - Oasi Rachello -  favorendo gli agricoltori che scelgono coltivazioni biologiche e non OGM e impegnandosi in particolare con coltivatori locali, con i quali fa rete, per prendersi cura del benessere dei clienti.  I maestri dell’Arte Bianca che hanno scelto di affidarsi a dette Oasi, contribuiscono a fornire un prodotto finale di qualità superiore e dalle proprietà uniche e gli agronomi, costantemente presenti, assistono gli agricoltori nell’applicazione del concordato disciplinare di coltivazione per garantire elevati standard. In un momento economicamente difficile, nel settore del grano, ce ne fossero di molini Rachello!
(GfL)

Molino Rachello srl
di Roncade, Via Everardo, 51, 31056 Musestre TV

martedì 3 novembre 2020

Azienda Agricola Alessio Komjanc: ai confini con la Slovenia

 


 



 Al termine del mio educational tour in Friuli, ho visitato l’Azienda di Raffaella e Roberto Komjanc che si trova a San Floriano del Collio, non lontano da Gorizia.

La prima cosa che ho notato arrivando è stata la grande cortesia e disponibilità di tutti i componenti dell’Azienda è che ti facevano veramente sentire a casa, preoccupandosi di darti ogni indicazione utile per scoprire il loro meraviglioso territorio: il Collio, un insieme di colline costituite da terreni arenacei marnosi eocenici

La posizione, il clima e la morfologia del terreno hanno favorito fin dai tempi remoti la coltivazione in questo territorio della vite, presente già in epoca pre-romana. Le Prealpi Giulie infatti costituiscono un efficace riparo dai venti freddi di settentrione e la vicinanza della costa adriatica favorisce la persistenza di un microclima mite e temperato, con un’escursione termica tra giorno e notte che garantisce una produzione enoica di qualità.

Qui mi sono soffermato ad assaggiare in particolare il Collio Pinot Bianco DOC 2018 che nell’ultima edizione della Milano Wine Week ha ricevuto da “The WineHunter” il Premio Platinum.

Ha colore giallo paglierino. Il profumo è delicato, e fruttato. Sapore asciutto, pieno, armonico. Un vino sincero, che svela subito le sue doti beverine e che ben si abbina con minestre, risotti ed anche secondi, in particolare di carne bianca. Complimenti.

Infine da ultimo non potevo lasciare il Friuli, questa terra amata da Bacco, senza assaggiare la sua perla più preziosa: il Picolit. Questo vino era già conosciuto ai tempi dei romani e nel corso della storia è stato servito sulle tavole più importanti d’Italia e d’Europa fino a quella dello zar di Russia. Lo stesso Goldoni lo definisce “la gemma enologica più splendente del Friuli”. Quello che ho assaggiato in Azienda era senz’altro pari alla sua fama: di colore giallo dorato, con un profumo intenso e piacevole, che ricorda i fiori di campo ed il miele d’acacia. Il sapore è dolce, giustamente morbido, con un notevole corpo; ampio e vellutato, accarezza piacevolmente il palato, simile ad un nettare.

Le uve, raccolte manualmente, vengono messe per l’appassimento in cassetta per un periodo di 2 mesi. Poi segue la pressatura soffice in pressa pneumatica e la vinificazione tradizionale in bianco, con fermentazione a temperatura controllata e finalmente il vino viene messo in barrique per l’affinamento.

E’ senz’altro un vino da meditazione, che sarebbe da rendere obbligatorio alle Facoltà di Filosofia, ma non disdegna neppure abbinamenti con formaggi stagionati.

Gianluigi Pagano

 


sabato 24 ottobre 2020

Pizzeria Ristorante Gaia da Camino nella Via Europea della Pizza

 


La rete dei Borghi Europei del Gusto ha deciso di un creare un percorso dedicato ai temi dei Mulini, delle Vie del Pane e delle Vie della Pizza, tra le grandi iniziative di informazione internazionali del progetto. Il circuito organizza e promuove dei percorsi d’informazione per mettere a confronto idee,

progetti, capaci di seguire il filo logico della valorizzazione rispettosa degli equilibri sociali culturali e ambientali dei territori di riferimento.

Sono previsti incontri e stages di informazione nei territori , per raccontare a giornalisti e comunicatori le storie dei borghi e delle loro culture.

Ogni ‘tappa’ tocca i luoghi, le storie, i protagonisti della filiera agroalimentare.


Così ad Oderzo, è stata visitata in incognito la Pizzeria Ristorante Gaia da Camino.


Il nome del locale rinvia alla storia della comunità. Valente poetessa ( tra le prime in Italia a scrivere in provenzale),Gaia era la figlia di Gherardo III, membro dell'illustre famiglia dei Caminesi. Nell'estate del 1291 risulta già essere moglie del cugino Tolberto III dei Caminesi "di sotto". Il suo patrimonio, già molto cospicuo grazie alla dote ricevuta dal padre, si arricchì ulteriormente con l'acquisto di alcuni mulini dei suoi fratelli localizzati sul Sile (1301) e dalle proprietà di una certa Frixa di Pietro Magninga, nobildonna che l'aveva dichiarata sua erede universale (1302).Il 28 luglio 1309 il doge Pietro Gradenigo ringraziava i coniugi caminesi per il loro contributo nel difendere le terre della diocesi di Eraclea da alcune bande di briganti. L'ultima testimonianza scritta relativa a Gaia è il suo testamento, dettato il 14 agosto 1311 nel castello di Portobuffolé, dove giaceva gravemente malata assistita dal consorte e da un "Petro physico de Prata", medico che andrebbe identificato con un omonimo citato nel 1303 tra i familiari di Rizzardo II da Camino.Morì qualche giorno dopo e fu sepolta a Treviso nella chiesa di San Nicolò. Nella stessa tomba si troverebbero anche i resti della figlia Chiara.

La sua fama, postuma, aumentò dopo essere stata ricordata da Dante nel Purgatorio. Nel canto XVI il Sommo Poeta mette in bocca a Marco Lombardo questa parole, riferite a Gherardo:


«Per altro sopranome io nol conosco,

s'io nol togliessi da sua figlia Gaia.

Dio sia con voi, ché più non vegno vosco.»

(Dante Alighieri)


La visita ci ha dato : ottima scelta di farine d'eccellenza ; impasto accorto, frutto di una lunga lievitazione, quindi pizza digeribilissima ; menù ricco di suggestioni, che spazia dalle pizze tradizionali a quelle più creative ; prodotti di fascia qualitativa alta.

Insomma una pizzeria che merita di essere segnalata, anche per lo stile dei titolari e del personale,improntato su di una cortesia non ingombrante.Da scoprire anche la cucina.”

Stefano e Michela propongono una cucina ispirata ispira alla Tradizione Culinaria del territorio, che si avvale di ingredienti di qualità e freschissimi, garanzia data dalla Stagionalità delle pietanze.








venerdì 2 ottobre 2020

Lo schioppettino di Prepotto all'incontro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura, Patrocinato da ESOF2020

 



 



Borghi d'Europa ha organizzato un incontro del progetto 'L'Europa delle scienze e della cultura' ( Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica ed ESOF2020,Euroscience Open Forum,Trieste Città Europea della scienza), sui temi della sostenibilità nella filiera agroalimentare presso l'Enoteca di Cormons.


I temi della sostenibilità nella filiera enoica sono stati affrontati dalle aziende agricole che partecipano al progetto Destinazione Schioppettino di Prepotto.

Mattia Bianchini (Azienda Agricola Grillo Iole) ha osservato che “...gestiamo la campagna con degli obiettivi ben chiari:non danneggiare l'equilibrio dell’ambiente, salvaguardare il benessere delle persone che lavorano e vivono in campagna e non lasciare indesiderati residui nei vini . Affinchè bere un buon bicchiere di vino possa essere un puro piacere.Per la gestione delle principali malattie della vite ci affidiamo all’utilizzo di prodotti noti da centinaia di anni, i più naturali e meno invasivi fra i fungicidi a base di rame e per di più utilizzati a basse dosi.Se necessario nelle annate particolarmente difficili utilizziamo prodotti diversi dal rame ma sempre caratterizzati dal miglior profilo eco tossicologico e mai in grado di lasciare residui nelle uve e nei vini.Anche nelle concimazioni del terreno favoriamo dei concimi di origine organica molto più efficaci nel rendere fertile il terreno e nel migliorarne il suo stato.”

Valerio Marinig (Azienda agricola Marinig) racconta : “Otto sono i preziosi ettari di superficie coltivati dalla famiglia Marinig, per una produzione che si aggira attorno ai 80 q.li/ha l’anno.

Si estendono su un territorio collinare, dove la particolare conformazione morfologica e climatica ha da sempre creato i presupposti per una coltivazione di qualità. Inoltre la cura, l’attenzione e l’artigianalità nello svolgimento delle attività lavorative contribuiscono a risultati di eccellente livello.La vendemmia viene svolta in modo esclusivamente manuale.”


Non ci basta recuperare i vitigni autoctoni- ha commentato Gabriele, dell'Azienda agricola Colli di Poianis-, ci piace salvaguardare e proteggere il territorio mantenendo la sua originale e storica configurazione,la vitale convivenza di declivi,sentieri e vitigni che nel tempo hanno creato micro equilibri vitali generando e custodendo la biodiversità.L'anima di questi appezzamenti è rinchiusa nei loro vini. Territorio e memoria, li custodiamo insieme, sotto vetro!”

La cantina è il luogo della riscoperta e della conservazione delle più antiche pratiche enologiche tramandate dal padre Paolino.La parola chiave è rispetto.Rispetto del vino, del lento scandire del tempo e delle stagioni,delle loro condizioni climatiche,rispetto delle fasi lunari.

La cantina è il luogo dove le più moderne tecnologie accompagnano i saperi della tradizione.

Senza violenze, senza interrompere il filo dei valori tramandati di padre in figlio.”


Una degustazione, guidata da Antonella Pianca ( scrittrice e degustatrice professionale) e

Alessio Dalla Barba (direttore Borghi d'Europa e Sommelier Ais professionale), ha chiuso

l'incontro. Il progetto sulla sostenibilità è partito!


sabato 11 luglio 2020

BORGHI D’EUROPA A SAN MARINO,NELLA TERRA DELLA LIBERTA’


Borghi d’Europa ha intervistato il Segretario di Stato per il Turismo, Poste, Cooperazione ed Expo, per analizzare quali siano le opportunità di ripresa delle attività turistiche nella Repubblica.
San Marino - ci ha risposto – è stato uno dei Paesi più toccati dalla pandemia. Tuttavia, come sempre è avvenuto nei momenti tragici della sua storia, grazie all’unità dei cittadini, che hanno seguito ordinatamente le disposizioni della Segreteria di stato per la Sanità, ha saputo fronteggiarla adeguatamente. Per merito poi all’ottima organizzazione sanitaria è stato quindi possibile in relativamente poco tempo divenire un Paese a 0 decessi,0 ricoverati,0 contagi.
Sono quindi certo che in poco tempo il Paese riprenderà il suo appeal turistico, grazie alla sua storia di libertà che dura da più di 1700 anni e alle sue caratteristiche di Paese sicuro, attraente ed ospitale.
Questo grazie anche al nutrito calendario di manifestazioni, prontamente ricalendarizzatte, come “San Marino Comics 2020 (28-29-30 agosto) e la prima edizione di Ace Jazz Festival San Marino (dal 18 luglio al 22 agosto). Saranno eventi “a bassa densità” di pubblico per il distanziamento sociale, ma ad “alta intensità” di interesse grazie ai protagonisti.
Il turismo (che rappresenta il 25% del PIL della Repubblica) certamente ripartirà, grazie alle caratteristiche uniche di questo Paese, che per di più si trova incastonato tra territori italiani bellissimi: la Romagna, le Marche e la Toscana.
Nel 2019 San Marino è anche entrato nella IAI (Iniziativa Adriatico-Jonica).
Borghi d'Europa sviluppa sotto il Patrocinio della IAI e di ESOF202,Trieste Città Europea della Scienza, il progetto 'L'Europa delle Scienze e della Cultura', che darà ampio spazio informativo
alla Repubblica di San Marino.
In particolare sono previsti degli interventi a Trieste, quando si svolgerà ESOF2020.
 
ESOF2020, EuroScience Open Forum, è la più rilevante manifestazione europea focalizzata sul dibattito tra scienza, tecnologia, società e politica. Creato nel 2004 dall’associazione no-profit EuroScience, il forum ogni due anni offre un’opportunità unica di interazione e dibattito tra scienziati, innovatori, politici, imprenditori, operatori della comunicazione e cittadini. Trieste è stata nominata Città Europea della Scienza 2020 e ospiterà la nona edizione di ESOF.
La manifestazione si svolgerà dal 2 al 6 settembre a Trieste, con una missione rinnovata. Se prima della pandemia l’evento rappresentava uno dei principali spazi di confronto multidisciplinare a livello europeo sui cambiamenti della scienza e della tecnologia e sul loro ruolo nella società, gli ultimi mesi di ansie e incertezze generalizzate hanno aggiunto motivazioni forse ancora più profonde. “Nel Porto Vecchio di Trieste ci saranno necessariamente meno relatori fisicamente presenti, molti si collegheranno da remoto”, afferma Stefano Fantoni, uno degli organizzatori, “ma più delle difficoltà organizzative ha prevalso l’urgenza del confronto di fronte a tutto quello che è successo negli ultimi mesi. Mai come in questo momento la comunità scientifica globale”, continua Fantoni, “deve dimostrare di essere all’altezza delle sfide che ci aspettano, a partire dalla ricerca di nuove modalità per continuare a far circolare le idee. La pandemia ha svelato in modo eclatante anche la rilevanza di una condotta etica solida nella diffusione dei risultati della ricerca e quanto lavoro vada fatto per migliorare il dialogo fra scienza e politica, fra esperti e media. ESOF è un evento pensato fin dalle sue origini proprio per favorire questo tipo di confronti. Tenere ESOF2020 subito dopo la riapertura dell’Europa post-Covid è essenziale per discutere tempestivamente del ruolo della ricerca scientifica, dell’expertise e della comunicazione in questo contesto che non ha precedenti”.

Ma per conoscere San Marino non basta studiare la Storia, bisogna vederne i paesaggi unici, ammirare i tesori artistici e degustarne i prodotti gastronomici ed enologici ed infine conoscere la cordialità espansiva (benché frenata per le necessità di distanziamento sociale)e l’ospitalità unica di questa terra”.