La Calabria è stata
ospite in questi giorni a Laboratorio Europa.
Dopo la puntata a
Villanova del Ghebbo, al ristorante Calabria di Antonio Formoso, la
vera ricetta
dell'aglio olio
peperoncino non poteva essere dimenticata.
Antonio Formoso è
di Sibari e Giuseppe Gaspari (giornalista e blogger 'Palato
Anarchico'), aveva raccontato ai colleghi la storia e le
caratteristiche di quella splendida località, da autentico calabrese
doc qual'è.
Per chi è attratto
dalla cucina un po' piccante e vuole ritrovare certi sapori
mediterranei, consiglio dunque il ristorante La Calabria a Villanova
del Ghebbo (Ro).
Gustatevi
l'antipasto, gli assaggi dei primi e concedetevi il gusto di una
tagliata accompagnata da contorni vari, e per finire, un buon dolce e
caffè.
La città di Sibari
è circondata da viti, aranceti, ulivi e orti ben curati.
I primi e più pregiati prodotti di questa terra, sono l'olio e il vino.
La cucina è molto curata e presenta una vasta scelta di piatti dettati da antiche ricette: rustici, salumi, pasta fresca fatta a mano, zuppe di legumi, alici al verde, peperonate, funghi ripieni, insalate di mare, formaggi. La produzione di tipo artigianale include anche conserve, marmellate, funghi, pomodori secchi, tonno, sardine, alici, liquori,ottenuti attraverso procedimenti semplici e tradizionali.L’alimento che caratterizza la gastronomia locale è il pane cotto nel forno a legna, insieme alle freselle di grano duro, focacce (“pitte”), pane con uovo sodo al centro (“collacci”) e taralli. Dolci tipici del luogo sono: Cannaricoli, Vecchiarelle, Bocconotti, Turdilli, Crocette, Giurgiulena, Chinuliddri.
I primi e più pregiati prodotti di questa terra, sono l'olio e il vino.
La cucina è molto curata e presenta una vasta scelta di piatti dettati da antiche ricette: rustici, salumi, pasta fresca fatta a mano, zuppe di legumi, alici al verde, peperonate, funghi ripieni, insalate di mare, formaggi. La produzione di tipo artigianale include anche conserve, marmellate, funghi, pomodori secchi, tonno, sardine, alici, liquori,ottenuti attraverso procedimenti semplici e tradizionali.L’alimento che caratterizza la gastronomia locale è il pane cotto nel forno a legna, insieme alle freselle di grano duro, focacce (“pitte”), pane con uovo sodo al centro (“collacci”) e taralli. Dolci tipici del luogo sono: Cannaricoli, Vecchiarelle, Bocconotti, Turdilli, Crocette, Giurgiulena, Chinuliddri.
E’ negli anni
cinquanta che nascono invece le prime vere sperimentazioni nel
settore della risicoltura grazie all’intuizione di alcuni
coltivatori, all’intervento di un imprenditore agricolo
cassanese,Camillo Toscano, e all’Esac (Ente di Sviluppo Agricolo
della Calabria) che aveva creato a Sibari un campo sperimentale
dimostrativo per stabilire quali tipologie di riso fossero più
adatte ad essere coltivate sul terreno di natura alluvionale della
piana. Si cominciò a coltivare così il carnaroli, ma il riso non
veniva trasformato bensì venduto, sotto forma di risone o riso
grezzo, alle grandi riserie del Nord Italia. La risicoltura calabrese
ebbe poi una crisi negli anni ‘60 in seguito alla forte migrazione
che coinvolse la popolazione locale e che causò la mancanza di
manodopera e un aumento significativo dei costi di produzione.
Ripresasi negli anni ‘80, oggi coinvolge sei realtà agricole per
una produzione totale di circa 15.000 quintali tra riso e risone. La
semina delle piante avviene a maggio e la raccolta a metà ottobre,
un ciclo produttivo di 140 giorni totali, 15 in meno dei cugini del
Nord. Tra le varietà più coltivate rimane in vetta il carnaroli
bianco o integrale, il karnak, varietà realizzata per mutazione
genetica dal riso carnaroli con l’obiettivo di ottenere una taglia
di circa 40 cm più bassa del progenitore, il tondo o balilla, il
roma, l’arborio e il gange, una tipologia di riso aromatica simile
al basmati. La produzione di riso in Calabria rimane esigua rispetto
alle grandi risaie del Nord e, soprattutto, non tutti i coltivatori
provvedono alla pilatura (pulitura, sbramatura e sbiancatura del
riso), operazione che serve a trasformare il riso grezzo in riso: la
maggior parte di loro provvede solo all’essiccazione del riso
grezzo che deve avvenire entro le 12/15 ore dalla raccolta.
I seicento ettari di
risaie si dividono tra i comuni di Cassano allo Ionio e Corigliano.
Il riso della piana
di Sibari è maggiormente destinato al mercato locale, nonostante la
poca attitudine, in Calabria, al suo consumo; una piccola percentuale
è destinata al mercato estero mentre quello nazionale finora è
stato poco ricettivo, nonostante l’ottima qualità del prodotto e i
prezzi allineati alla grande distribuzione (il prezzo di 1 kg di
carnaroli può variare dai 2,60 € ai 3,10 €). L’interesse
manifestato in questi ultimi anni ha dato però un po’ di coraggio
ai piccoli coltivatori della piana e si stima di estendere la
produzione sfruttando gli altri terreni adatti alla coltivazione, si
punterà sempre più al carnaroli che ha dato finora ottimi risultati
e che non si differenzia da quello prodotto nelle grandi riserie del
nord se non per un piccolo particolare: ha bisogno di un paio di
minuti in più di cottura!
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